venerdì 28 ottobre 2011

La pasta ci salverà..

Martedì 25 si è celebrata la Giornata Mondiale della Pasta*, a Roma per iniziativa della IPO** ha avuto il momento cardine con il convegno: "Pasta, sfida globale. Nuovi mercati e nuovi consumatori per l'alimento che conquistando le tavole del mondo". Il titolo apparentemente lungo e tedioso contiene un elemento importante sia per l'Italia che in generale e in particolare per il Sud. Scorrendo velocemente i dati l'elemento che salta subito all'occhio è come dal 1998 anno della I edizione della Giornata, la produzione di pasta è passato da 6,4 milioni di tonnellate alla cifra attuale di 13 mln. di tonnellate. L'Italia come è facile intuire è il primo produttore con 3 mln. di tonnellate, di questo il 53% è destinato al mercato estero e solo il 47% viene assorbito internamente. Il consumo cresce in maniera consistente sia nel vecchio continente che nei nuovi mercati.


I numeri sono sicuramente interessanti e stimolano qualche riflessione. Negli ultimi anni a causa della crisi economica e dalla conseguente invasione delle città e dei centri di provincia  da parte dei discount, la qualità della pasta che si trova in giro è decisamente scesa. Va detto che anche i produttori di pasta di fascia bassa hanno bisogno di grano in grandi quantità e a basso costo, acquistato in Sud America o nei paesi dell'Est. Se a questo si somma la mancanza di propensione alla modernizzazione dell'agricoltura del Sud Italia, cresciuta per decenni sotto gli auspici economici di una politica agricola statica, la crisi che attanaglia le campagne è in parte spiegata. Il lungo prologo per dire che con una seria politica di sviluppo agricolo e la valorizzazione delle varietà di grano come quella Senatore Cappelli, possono dare la materia prima per una pasta di qualità che può dare il giusto apporto all'export. Con questo non voglio assolutamente dire che la via al rilancio economico passa da prodotti che hanno dei prezzi irraggiungibili per la maggior parte delle famiglie italiane, penso invece all'esperimento della Cooperativa "Madonna d'Itria" di Villamar*** di cui ho scritto in precedenza possa essere un modello utile da sviluppare su larga scala.


Ma rilanciare la produzione non basta, abbiamo bisogno di lavorare sull'immagine della cucina italiana e in particolare della pasta. A questo proposito consiglio l'acquisto e la lettura di un bel libro uscito recentemente in Italia. La Geometria della Pasta****, opera dello chef Jacob Kenedy e del grafic desingner Caz Hildebrand, oltre alle ricette ci racconta la storia e si sofferma con delle immagini pulite sulla forma della pasta.

**** Caz Hildebrand e Jacob Kenedy, La Geometria della Pasta, Sperling e Kupfer, Milano 2011.

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