I numeri sono sicuramente interessanti e stimolano qualche riflessione. Negli ultimi anni a causa della crisi economica e dalla conseguente invasione delle città e dei centri di provincia da parte dei discount, la qualità della pasta che si trova in giro è decisamente scesa. Va detto che anche i produttori di pasta di fascia bassa hanno bisogno di grano in grandi quantità e a basso costo, acquistato in Sud America o nei paesi dell'Est. Se a questo si somma la mancanza di propensione alla modernizzazione dell'agricoltura del Sud Italia, cresciuta per decenni sotto gli auspici economici di una politica agricola statica, la crisi che attanaglia le campagne è in parte spiegata. Il lungo prologo per dire che con una seria politica di sviluppo agricolo e la valorizzazione delle varietà di grano come quella Senatore Cappelli, possono dare la materia prima per una pasta di qualità che può dare il giusto apporto all'export. Con questo non voglio assolutamente dire che la via al rilancio economico passa da prodotti che hanno dei prezzi irraggiungibili per la maggior parte delle famiglie italiane, penso invece all'esperimento della Cooperativa "Madonna d'Itria" di Villamar*** di cui ho scritto in precedenza possa essere un modello utile da sviluppare su larga scala.
Ma rilanciare la produzione non basta, abbiamo bisogno di lavorare sull'immagine della cucina italiana e in particolare della pasta. A questo proposito consiglio l'acquisto e la lettura di un bel libro uscito recentemente in Italia. La Geometria della Pasta****, opera dello chef Jacob Kenedy e del grafic desingner Caz Hildebrand, oltre alle ricette ci racconta la storia e si sofferma con delle immagini pulite sulla forma della pasta.
**** Caz Hildebrand e Jacob Kenedy, La Geometria della Pasta, Sperling e Kupfer, Milano 2011.
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