Se per chi coltiva la passione per il giardinaggio si può cadere nella tentazione del luogo comune che: "l'erba del vicino è sempre più verde", nel mondo degli orti questo non esiste. Nei nostri paesi hobbisti dell'orto estivo non diranno mai che le zucchine del vicino sono più buone o i pomodori quest'anno sono peggiori di quelli dell'orto del cognato.
Nell'avvicinarsi di un'autunno che stando alle temperature ancora torride sembra ancora lontano, quegli orti che a inizio estate erano verdi e lussureggianti ormai sono sempre più spogli e devastati, quasi quanto la Roma del 1527 dopo il Sacco dei Lanzichenecchi. Per fortuna sacco senza vittime, che invece ha riempito prima le nostre tavole e poi con i pomodori per le conserve riempirà le nostre dispense.
In Sardegna la pasta tipica per eccellenza sono i malloreddus, detti anche gnocchetti sardi nei formati commerciali nazionali. Da queste parti per antonomasia sono preparati alla campidanese con un sugo di pomodoro e salsiccia. Questa volta però volevo fare qualcosa di diverso partendo dai prodotti dell'orto.
Inizio tritando un quarto di cipolla e mettendolo in padella a soffriggere con dell'olio extra vergine d'oliva. Poi prendo una zucchina e la taglio in quarti e divido la parte centrale dalla buccia, con la prima faccio dei piccoli cubetti e li tengo da parte, mentre l'altra la taglio a listarelle molto fini. Scelgo un peperone rosso e lo taglio a metta levo la parte da bianca dall'interno e i semi, tagliandolo anche questo a pezzetti. Aggiungo al soffritto prima i cubetti di zucchina e li lascio scottare per 5 minuti aggiungendo subito dopo i pezzetti di peperone e mezzo bicchiere di Vermentino. Trascorsi una 20 di minuti aggiungo 6 pomodorini tagliati a pezzetti e le listarelle di zucchina. Metto una pentola a bollire e raggiunta l'ebollizione aggiungo il sale e la pasta. La pasta impiega circa 8 minuti di cottura, passati cinque con una schiumaiola trasferisco la pasta nella padella e lascio così terminare la cottura insieme. Servo in tavola con una grattugiata di pecorino e un filo d'olio a crudo. Accompagno il pasto con un bicchiere di Arcuentu, Bovale di Sardegna D.O.C. della Cantina del Bovale di Terralba* vino autoctono ricco di aromi.
* http://www.cantinadelbovale.it/it/vino-bovale-terralba/arcuentu-rosso/index.aspx?m=53&did=240
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