giovedì 16 giugno 2011

Lorighittas e coniglio all'Artusi

Vado in maccelleria e mi vedo di fronte un bel coniglio, mi fermo e conto fino a tre e decido: compro il coniglio, solo mentre salivo sullo scooter mi sono ricordato che ero entrato per comprare delle fettine di vitello. In pochi minuti ero sulla via di casa con un bel coniglio intero da cucinare, ma sulle scale di casa ho pensato: ma io non ho mai cucinato un coniglio, che faccio? Cerco una ricetta di Allan Bay? No niente Bay.. Prendo in mano l'edizione del centenario del testo sacro di Pellegrino Artusi*.


Sfoglio l'indice e decido di seguire la ricetta del Coniglio in umido (ricetta n. 288), e scopro che è la stessa ricetta per preparare le Pappardelle col sugo di coniglio (ricetta n. 94). Perfetto con un'unica preparazione riuscirò a fare un primo e un secondo decente, aggiungendo un ovviamente di libera interpretazione.

Per la preparazione inizio dal coniglio, che come ho detto, è da spaccare a metà e da tagliare a pezzetti di taglia media. Afferrò la mannaia e sentendomi un pochino come Leatherface di Non aprite quella porta** inizio a tagliare. Preparo un trito di cipolla, sedano, carota e prezzemolo con un filo d'olio metto sul fuoco per iniziare la cottura, qualche minuto di cottura e ci aggiungo il fegato del coniglio tagliato in pezzetti piccoli e della bresaola (una carne secca che la ricetta prevede). Altri cinque minuti e aggiungo il coniglio che lascio cuocere per dieci minuti, ricordandomi di girare spesso con il mestolo. Adesso posso aggiungere i pezzettoni di pomodoro, sale e pepe e lascio cuocere tutto insieme per altri 40 minuti e il tutto sarà pronto.

Metto dell'acqua salata sul fuoco e non appena inizia a bollire, aggiungo una porzione per due di lorighittas, fatte a mano da mia zia Pietrina di Morgongiori. Qualche minuto di cottura e posso scolarle e condirle con il sugo di pomodoro e coniglio.


Per secondo invece servo un mestolo di salsa di pomodoro per accompagnare la carne di coniglio all'Artusi. Spesso le ricette tradizionali vengono sottovalutate per la voglia, spesso eccessiva di modernità, ma poiché nella modernità ci viviamo in pieno ogni tanto fa piacere fare un salto nella tradizione.


Come vino abbino un Pintot Noir della Borgogna delle Cantine di Albert Bichot***, vino nobile che si accompagna piacevolmente alla carne.

* Pellegrino Artusi, La scienze in cucina - L'arte di mangiar bene, Giunti, Milano 2011.
** The Texas Chainsaw Massacre del 1974.
*** http://www.bourgogne-bichot.com/FR/

Nessun commento:

Posta un commento

LinkWithin

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...